GIORGIO SI NASCE, BARONI SI DIVENTA

di Monica Menozzi.






Ciao Giorgio, complimenti per il video e grazie per la tua disponibilità e per essere con noi questo mese su Lunchbreak!
Grazie a voi per avermi voluto!

Vorremmo approfittare ulteriormente di questa tua disponibilità per rivolgerti alcune domande: sicuramente per i giovani illustratori è molto interessante sapere di più sul tuo percorso professionale… Puoi raccontarci esattamente quali sono i passi che hai mosso per diventare un bravo illustratore, con un ottimo giro di lavoro?
Beh direi che il mio percorso è stato più o meno quello di molti illustratori professionisti.
Studi artistici in primis: Liceo Artistico Statale I° di Milano, qualche mese di Politecnico e poi il corso di illustrazione alla Scuola del Fumetto.
Gli inizi della carriera non sono stati come mi aspettavo però, ho passato più di un anno mandando letteralmente decine di mail alla settimana a tutti gli editori possibili e immaginabili, dai giganti dell'editoria ai più piccoli e sconosciuti, ma la risposta (quando arrivava) era più o meno sempre la stessa: “molto belli i tuoi lavori, ti mettiamo in archivio per il futuro”..ormai saranno tutti coperti da uno strato spessissimo di polvere virtuale..
La situazione si è poi sbloccata e ho iniziato a collaborare con una rivista che mi commissionava due micro illustrazioni al mese, davvero poco, ma mi sentivo finalmente un professionista, la mia carriera era iniziata.
Infatti da li a poco iniziai ad essere contattato da vari editori, e nel giro di pochi anni sono arrivato a pubblicare libri in Italia e all'estero, soprattuto in Francia.



Come sei arrivato a stabilire un contatto e ad avviare un flusso collaborativo con il mercato d’oltralpe? 
Come ti presenti e che canali segui, ti avvali di un agente?
Con che Editori lavori (se ti va di dircelo)?
Confermi che a livello economico il trattamento è migliore, la disponibilità a trattare royalties e ad operare con contratti equi e ben impostati è mediamente migliore che  presso gli Editori Italiani?
Il contatto con l'editoria francese è arrivato quasi per caso..avevo conosciuto tramite la community di DeviantART un'illustratrice francese, la quale mi consigliò di iscrivermi ad un sito dal quale tutti i principali editori d'oltralpe “pescavano” le nuove leve dell'illustrazione.
All'inizio presi un pochino sotto gamba il suo consiglio e non dedicai molto tempo alla compilazione del profilo professionale, ma dopo qualche mese arrivò la prima mail dalla Editions Milan, i quali dicevano di avermi notato proprio su quel portale..e da li è iniziato tutto.
Fortunatamente, dopo gli inizi travagliati, non ho mai avuto grossi problemi nel trovare lavoro, mandavo sempre le mie mail/portfolio ogni tanto, ma quasi sempre sono stati gli editori a venire da me.
Devo dire che una bella spinta mi è stata data dall'Associazione Illustratori (della quale sono membro dal 2005) che grazie al portale internet mi ha dato parecchia visibilità, e parte dei lavori sono arrivati grazie a voi!
Do parecchia importanza anche alle nuove tecnologie, ho un sito internet personale e sono presente su tutti i principali social network e community di artisti: twitter, google+, facebook, instagram, tumblr, behance, deviantart, cghub..
Tramite queste piattaforme è semplicissimo farsi conoscere e soprattutto conoscere altri professionisti in giro per il mondo, scambiarsi opinioni, commenti sui propri lavori, e non da meno trarre ispirazione dagli altri stili.
Facciamo un lavoro che in molti apprezzano ma che quasi nessuno conosce (la frase è classica: ”faccio l'illustatore” “ah, disegni fumetti?”) cerchiamo di non nasconderci!
Da alcuni mesi sono sotto contratto con un agente, e devo dire la cosa non mi dispiace per niente.
È una persona in gamba, conosce tutti e conosce il mercato, quindi non posso che essere soddisfatto.
E poi mi toglie la parte “noiosa” e anche un po difficile della nostra professione, a me resta solo il disegno..non potrei chiedere di meglio!
Collaboro con molti editori, grandi e piccoli: come ho scritto sopra Editions Milan e Auzou in Francia, mentre in Italia lavoro con Mondadori, DeAgostini, Feltrinelli, RCS, Eli, Fabbri, Black Cat-Cideb, ho lavorato con Finmeccanica, l'Associazione Italiana Editori, ecc.
Alcuni miei libri sono anche stati pubblicati all'estero: Spagna, Portogallo, Europa dell'est, in Medio Oriente, Grecia, e verso fine anno uscirà un mio libro anche negli Stati Uniti.
Il trattamento economico con la Francia non è migliore, cioè si lo è ma neanche tanto, è proprio tutto il trattamento ad essere migliore.
Il rapporto con l'editore francese è molto semplice e diretto, il tutto inizia con una mail chiara e concisa: il lavoro da fare è questo, le tempistiche sono queste, la quantità di illustrazioni è la seguente, il compenso è X. Sei interessato? Se si ti mandiamo il contratto domani.
Le mail che ricevo dagli editori italiani sono leggermente diverse, spesso non si parla di compenso e sono io a doverlo chiedere quasi con insistenza, e la risposta generalmente è: “purtroppo non potremo pagare di più di X”, con il “purtroppo” sempre molto enfatizzato. 
Il contratto lo devo chiedere insistentemente e non arriva quasi mai prima che il lavoro sia iniziato, o addirittura a volte già completato e consegnato, e quando arriva è da mettersi le mani nei capelli..
I pagamenti non sono quasi mai regolari e le richieste per le illustrazioni sono sempre assurde: mi è capitato spesso di dover mettere mano alla stessa tavola più volte perchè quel personaggio forse sta meglio dall'altra parte, o forse no rimettilo dov'era, anzi fai una via di mezzo..
Dalla Francia il contratto arriva in pochi giorni, e leggerlo è un piacere: tutto chiaro, nessuna “fregatura”, non ho mai avuto nessuna perplessità.
Si firma e si inizia a lavorare, e a lavoro ultimato il pagamento arriva nel giorno esatto in cui deve arrivare, nessun sollecito da inviare, fanno tutto loro.
Non dimenticherò mai quella volta in cui l'editore e lo scrittore cambiarono il testo perchè avendo io interpretato male il passaggio in francese (lingua che assolutamente non conosco) invertii completamente lo svolgersi della scena, ma la tavola piaceva talmente tanto che non vollero assolutamente che la rifacessi.
Per quanto riguarda la “flessibilità” riguardo i compensi non ne ho trovata, e onestamente nemmeno l'ho mai cercata all'estero..se vengo pagato adeguatamente per il mio lavoro non ho bisogno di chiedere di più.
Non sono uno polemico di natura, non mi piace parlare male delle persone, ma questo è quello che succede, e la differenza è abissale, e non ci fa onore.

Raccontaci come si sviluppa, secondo quali modi e tempi, un progetto editoriale: dal primo contatto alla finalizzazione…..quale è la figura che ti contatta e con chi hai rapporti?
Lo sviluppo del progetto è generalmente sempre lo stesso: mi viene mandato il testo (o un riassunto nel caso sia necessaria solo la copertina), il numero di illustrazioni richieste, gli ingombri delle stesse e nien'altro.
Per alcuni generi invece mi viene richiesto esattamente cosa, dove e come illustrare un certo personaggio o una certa situazione, quindi per me da un punto di vista materiale è molto più semplice, non perdo tempo a scegliere tra diverse idee, è già tutto chiaro, ma dall'altra parte non ci devo neanche mettere un po di fantasia o inventiva..ma fortunatamente questo succede molto di rado..
Le tempistiche variano ovviamente in base alla quantità di lavoro, ma diciamo che generalmente preparo le matite in pochi giorni, ne sviluppo anche 5 o 6 in una giornata, poi una volta completate le ricontrollo e mi assicuro che seguano tutte una certa logica (sia a livello tecnico che di composizione e a livello temporale) e le invio all'editore.
Se sono fortunato ricevo la risposta entro pochi giorni, e a seconda che siano buone alla prima o no si procede, con la modifica delle bozze o con il colore.
La finalizzazione richiede ovviamente più tempo, generalmente una o al massimo due giornate per colorare e dettagliare ogni tavola..lavorando in digitale quello che incide sul tempo non è la dimensione ma la complessità dell'illustrazione.
Una volta completati i colori passo alla fase di “revisione” come per le bozze, e se non vedo niente che sia fuori dal filo conduttore (paletta colori, ambientazioni, particolari ecc.) invio all'editore e incrocio le dita..
Solitamente mi rapporto in maniera diretta con una sola persona, che sia l'art director in persona, o qualche “subordinato” del reparto grafico, o anche agenzie esterne all'editore, ma mi è successo di finire in un turbine di email e telefonate da parte di ben tre persone all'interno dello stesso ufficio, le quali ovviamente senza confrontarsi tra loro mi sparavano richieste a raffica tutte una diversa dall'altra..un'esperienza davvero ingestibile.

Quanto tempo intercorre tra la consegna e l’approvazione del lavoro e il saldo dell’anticipo sulle royalties?
Tra la consegna e l'approvazione possono passare da 3 giorni a due mesi..
Ho imparato piuttosto in fretta che per essere pagati in tempi decenti (le tempistiche sui contratti credo siano scritte solo perchè devono essere scritte) bisogna farsi sentire, anche con insistenza..e un paio di volte sono anche stato costretto ad alzare i toni.
E poi tengo a specificare che “anticipo sulle royalties” è il modo che gli editori italiani usano per chiamare il forfait, da noi penso non esista casa editrice che paga le royalties agli illustratori.
Altra faccenda sono i contratti e i compensi all'estero, in quei paesi i termini “royalties” e “anticipo sulle” acquistano il proprio significato.

Frequenti le fiere di settore? Le trovi un buon metodo di promozione? Quale preferisci e come ti muovi?
La risposta diretta credo sia “no”.
Non mi perdo mai la Children Bookfair di Bologna, ma penso che sia solo perchè è stata la prima alla quale sono stato ancora ai tempi della scuola, e da una parte ci sono affezionato, dall'altra è una buona occasione per rivedere un sacco di gente che durante l'anno non si incontra mai anche se vive o lavora a pochi chilometri da me..
Quindi non ti so dire se le fiere in senso generale siano un buon mezzo di promozione, ma di certo quella di Bologna lo sta diventando sempre meno: alle mie prime partecipazioni, 7 o 8 anni fa, avevi la possibilità di girare gli stand e mostrare il tuo portfolio, adesso questa pratica è praticamente sparita.
A parte alcuni, pochissimi editori, presentarsi con la cartelletta sotto braccio allo stand equivale ad essere ignorati dal personale presente, quindi tanto vale lasciar perdere, o al massimo prendere appuntamento prima, anche se ritengo che mostrare i propri lavori durante il periodo fieristico non lasci un gran segno nella mente di chi è li fondamentalmente per vendere e non per comprare. 

Abbiamo visto che lavori prettamente in digitale. Quali programmi e quali strumenti prediligi? 
Uso photoshop dall'età di 12 anni, mio padre lo aveva sul suo computer, ma a livello lavorativo ho iniziato con Painter, quando ancora non era della Corel..se non ricordo male versione 6 o 7..ho continuato così fino alla versione 11, appoggiandomi sempre a Photoshop per il passaggio finale di correzione colore delle tavole, poi da quasi un anno sono passato completamente al software di Adobe, lo trovo molto più intuitivo e rapido: mi bastano pochi semplici pennelli per realizzare una tavola, la quantità di personalizzazioni di Painter mi faceva perdere davvero troppo tempo..
Sono fermo ad una vecchia versione, la Cs4, con la quale mi trovo benissimo e ha tutto quello di cui ho bisogno.
Sono anche da sempre un estimatore e cliente di Wacom, dalla mia prima tavoletta Graphire di dimensioni microscopiche acquistata ai tempi della scuola, alla ben più evoluta (ma ormai obsoleta) Intuos 3.
Da ormai due anni a questa parte, grazie all'Associazione Illustratori e Wacom, ho avuto l'opportunità di provare la nuova Cintiq 24HD.
Mi sono trovato bene, il metodo di lavoro è molto diverso rispetto ad una tavoletta tradizionale, ma la curva di apprendimento è minima, e anche se al momento è un po al di sopra del mio budget, penso che farò il salto di qualità quanto prima.

Ti va di raccontarci quali sono gli ultimi progetti che hai illustrato e cosa ti ha maggiormente appassionato?
L'ultimo progetto editoriale risale alla scorsa estate, ed è stato “La Reine des Neiges”, di H.C. Andersen, per l'editore Auzou.
Sono rimasto particolarmente legato a questo libro non tanto per la storia o la qualità del mio lavoro, ma più di tutto per il rapporto che è nato tra me, la scrittrice che ha riadattato il testo, e la nostra coordinatrice all'interno della casa editrice.
Si è creata una sinergia totale, abbiamo tutti lavorato con passione supportandoci e confrontandoci per poter realizzare qualcosa di bello, e credo che ci siamo riusciti.
Sarebbe bello poter lavorare sempre così..

Parlando della nota dolente della crisi dell’illustrazione in casa nostra…..
Cosa ti auspichi per il nostro settore?
Direi che la risposta è la più banale che si possa pensare, ma mi auguro che il nostro settore possa crescere sempre di più, facciamo uno dei lavori più belli del mondo, ed è un peccato che le persone che hanno bisogno di noi per innalzare la propria immagine siano paradossalmente le stesse che ci mettono i bastoni tra le ruote..
Se i committenti italiani credessero nell'illustrazione la metà di quanto ci crediamo noi, non sapremmo neanche cosa significa la parola crisi..

E per finire:
Un paio di consigli positivi che pensi siano basilari per un giovane illustratore e un paio di errori comuni che devono essere sicuramente evitati nell’impostare la carriera professionale di illustratore...
Beh prima di tutto spero che i giovani illustratori e gli aspiranti tali non siano stati terrorizzati dalle mie parole e stiano ancora leggendo!
I consigli che posso dare sono semplici: crederci sempre, non farsi sopraffare dai sentimenti negativi.
Come ho detto in precedenza gli inizi per me non sono stati facili, dopo mesi di rifiuti ammetto mi sia capitato di pensare di lasciar perdere, ma con una buona dose di testardaggine ho tenuto duro e piano piano i risultati sono arrivati.
E non nego che una volta iniziata la vita da illustratore sia sempre stato tutto rose e fiori, i periodi difficili arrivano sempre, basta non farsi cogliere impreparati ed essere concentrati sulle proprie idee e la propria meta.
E credo che l'errore più grande che un illustratore possa fare, sia giovane o no, è pensare di essere arrivato.
Questo sono certo che sia lo sbaglio più grande che si possa fare..la regola numero uno per me è continuare ad evolversi, cercare sempre quel qualcosa in più, non soffermarsi mai e non accontentarsi di dove si è arrivati e di cosa si è diventati, migliorare sempre il proprio stile, trarre quanto più possibile dagli artisti che ci piacciono e cercare di migliorarci ogni giorno.

Con questo concludiamo, rinnovandoti i nostri complimenti e augurandoti di proseguire così!
Grazie ancora a voi!






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